Anche nel 2018 attraverso le Alpi aumentano i traffici merci, ma a Ovest viaggiano su TIR. Il Rapporto Alpifret 2018 pubblicato dalla D.G. Move UE smentisce ancora una volta i negazionisti Notav e del M5S
Nei giorni scorsi la D.G. MOVE della Commissione Europea ha reso pubblici i dati sul trasporto merci attraverso le Alpi: il Rapparto Alpifret 2018 che viene elaborato in collaborazione con l’Ufficio Federale Svizzero dei Trasporti.
Ancora una volta il rapporto smentisce categoricamente le tesi dei Notav e del M5S che da sempre negano ci sia un problema di trasporto modale sul versante Ovest delle Alpi.
L’ultima “sparata” sulla cosiddetta TAV Torino-Lione della Sindaca di Torino Appendino è solo di due giorni fa, a proposito dell’Hyperloop, il treno proiettile di Elon Musk che lei sogna, mentre la tangenziale scoppia di TIR: «Parlo dell’Hyperloop da mesi, ora c’è attenzione mediatica- È una tecnologia che si sta sviluppando, quando si decide di puntare sul nuovo non si parla di un’infrastruttura che esisterà domani ma di una nuova filiera da creare nel territorio. Il tema non è quando saliremo su quel treno ma che come Città vorremmo avere una possibilità di sviluppo. Ho sempre detto di non essere contro le infrastrutture in quanto tali, sono a favore di quelle che creano sviluppo e possono essere utili. La TAV è una vicenda chiusa, ma la reputo una infrastruttura vecchia mentre questo supertreno è qualcosa su cui puntare“. https://video.lastampa.it/torino/hyperloop-appendino-non-e-la-tav-il-supertreno-sarebbe-utile/104339/104354
I dati dell’Osservatorio sul Trasporti merci sulle Alpi e dell’import-Export dell’Italia
L’analisi del documento , insieme ai dati dell’import-export dell’Italia rilasciati dall’ICE nel Rapporto 2018-2019 L’Italia nell’Economia Internazionale fornisce numeri inconfutabili e chiari.
È assolutamente falso che l’interscambio economico ed i flussi di traffico ai confini francesi siano in continua diminuzione: sono invece in costante aumento ed hanno recuperato i livelli pre-crisi.
L’interscambio economico con i paesi dell’Ovest Europa raggiungibili con la nuova linea ferroviaria continua a crescere, segnando un nuovo record nel 2018: l’interscambio vale infatti 209 MLD di €, con un saldo attivo di 21,6 MLD, rappresenta il 35% dell’interscambio economico con i Paesi europei ed il 23,6% dell’interscambio totale dell’Italia con il mondo.
Solo considerando Francia, Penisola Iberica e Isole Britanniche (direttamente servite dall’Italia grazie al Corridoio Mediterraneo) valgono un interscambio economico di 176 MLD di €, in crescita di 52 MLD rispetto al 2009 l’anno più nero della crisi economica.
La Francia è il secondo partner commerciale dell’Italia ed ha registrato nel 2018 il record assoluto di 85 MLD di interscambio economico. Un incremento dell’interscambio del 41% rispetto al 2009. Sul 2017 si registra un ulteriore incremento del 4,4%. Il saldo attivo a favore dell’export è di quasi 12 MLD di €.
E’ quindi assolutamente infondato che la Francia e l’Ovest UE siano un mercato “marginale” per l’Italia.
I flussi di merci trasportate via terra ai valichi con la Francia.
Nel 2018 le merci trasportate via terra hanno superato ai valichi con la Francia i 45,3 milioni di tonnellate.
Il flusso di merci trasportate via terra è negli ultimi 5 anni in continua ripresa; si sono infatti raggiunti e superati i volumi precrisi.
Fonte: D.G. MOVE, U.F.T SUISSE – Alpifret 2019 – Observatoire des trafics marchandises transalpins https://ec.europa.eu/transport/sites/transport/files/2019-alpine-traffic-observatory-key-figures-2018.pdf
Nel confronto con la Svizzera – dove il traffico ferroviario nel 2018 rappresenta una quota di mercato pari al 70% del totale – il traffico ferroviario ai valichi con la Francia continua a scendere (3,3 mln/t), rappresentando il 7,3 % del totale. Lo squilibrio modale peggiore dell’arco alpino.
Considerato l’obiettivo UE dell’Agenda 2030 (30% al 2030 e 50% al 2050), ai valichi svizzeri risulta già ampiamente superato l’obiettivo del 2050 (70%) ; ai valichi austriaci è già superato l’obiettivo 2030 (30%).
Il fanalino di coda sono i valichi francesi, dove lo shift modale a favore dell’autostrada continua ad aumentare.
Ai valichi francesi il traffico cresce ed è da almeno 5 anni in ripresa, con valori significamente superiori, a quelli con la Svizzera; ma mentre ai valichi svizzeri il 70% delle merci transita su ferrovia, solo il 7% viaggia su ferrovia ai valichi francesi.
E’ chiaro come ai valichi svizzeri cresca il trasporto ferroviario, a causa della disastrosa situazione delle ferrovie italo-francesi ed in particolare della vecchia tratta di valico: è solo questo il motivo per cui il traffico ferroviario tra Italia e Francia continua a calare.
In venti anni ha perso quasi il 70% dei volumi, passando da 11 mln/t del 1997 (il 23% del totale trasportato), ai 3,3 mln/t del 2018 (il 7,3% sul totale).
Ma l’effetto più grave è l’impatto dell’aumento dei TIR ai valichi francesi e sulla rete autostradale di adduzione agli stessi : secondo i gestori autostradali al 2018 i mezzi pesanti transitati ai valichi sono superiori a 3,5 milioni di veicoli.
Questo è il vero problema che non si può continuare a negare e nascondere sotto il tappeto.
Il 93% delle merci che attraversano il confine con la Francia viaggiano su TIR e su autostrada ai valichi autostradali di Ventimiglia, Frejus e Monte Bianco, e su valichi minori come Monginevro e Maddalena con oltre 3,5 milioni di veicoli pesanti.
Gli operatori non usano più la ferrovia, non perché non esista la domanda, ma perché oggi non esiste una linea ferroviaria utilizzabile.
I flussi terrestri che transitano ai valichi con la Francia sono ben maggiori (+14%) di quelli che transitano per la Svizzera.
La Svizzera ha investito ben 25 MLD di € per ridurre l’impatto ambientale di mezzi pesanti e leggeri sul proprio territorio realizzando bel 5 tunnel di base analoghi a quello che vorremmo fare sul lato francese e portando la quota di trasporto ferroviario al 70% del totale sul traffico merci ed i TIR che transitano a meno di un milione.
Secondo la mozione del M5S presentata in Senato e bocciata il 7 agosto investire un decimo di tale cifra, 2,5 miliardi di € per togliere più di un milione di TIR dalle autostrade sarebbe “insostenibile”…
Inoltre i mezzi pesanti trasportano un grosso quantitativo di merci pericolose i cui effetti disastrosi sono sempre più in evidenza.
Gli incidenti in Valsusa sulla A32 dell’ultima settimano lo dimostrano una volta di più.
I TIR oltre a un un problema di inquinamento pongono seri problemi di incidenza sulla percentuale di incidentalità dovuti al traffico pesante sulla rete autostradale dell’intero segmento “padano” lungo l’asse est-Ovest e nord-sud delle Alpi.
Quanti TIR come quello dell’incidente di Bologna (agosto 2018), passano attraverso la Valle di Susa? Le statistiche ONU (UN-COMTRADE) ci dicono che, nei due sensi, si scambiano tra Italia e Francia 332.489.589 kg di gas propano liquefatto (GPL). Il camion dell’incidente portava 23.000 kg: semplice divisione e sappiamo che come quello ne passano 14.456 all’anno.
Resta il fatto che il crollo dei flussi di traffico e delle relazioni economiche denunciate dai Notav e dal M5S sono un falso.
La signora Appendino non parli di astronomia, ma se proprio non intende a “fare la calza” , indirizzi le proprie ablita’ a rifiuti e fognature, cosi po’ suggerire qualcosa alla sua collega di Roma ed dell’ineffabile movimento 5 stelle!!!