Veritav risponde al Notav M5S Alessandro Di Battista per il quale “le autostrade sono del popolo” e la Torino-Lione” è un inutile buco che va fermato”
In questi giorni, mentre ancora si scava tra le macerie, avremmo preferito mantenere il silenzio, in segno di rispetto per le vittime dell’incidente di Genova ed i loro famigliari, ma il post del Sig. Alessandro Di Battista su Facebook, scritto dalla sua lunga vacanza centro/sud americana, ci obbliga ad una adeguata risposta.
Intanto Di Battista si sbaglia: la storia della TAV o meglio della tratta di valico della Torino Lione – quella che lui definisce “un buco inutile” – l’infrastruttura che sostituirà la più vecchia ed obsoleta galleria delle Alpi è davvero direttamente collegata al crollo del viadotto di Genova chiamato Ponte Morandi.
Negare l’esistenza dei problemi (spesso anche se evidenti) è una scelta sistematicamente utilizzata dal partito di Di Battista.
La pratica del NO (che il M5S rappresenta ed ha nel suo DNA) si contrappone da sempre alla necessità di un processo di sostituzione delle infrastrutture che hanno concluso la loro vita utile con opere sicure ed adeguate ai tempi ed un grado di rispondere alle nuove esigenze della società e dell’economia.
La proposta del Movimento 5 Stelle è invece sempre stata quella del rammendo: curare con cerotti infrastrutture usurate, ormai moribonde e vicine al collasso.
Per questo, coerentemente, proprio a Genova il Movimento 5 Stelle ha sostenuto che gli allarmi sul rischio di collasso del Ponte Morandi erano una ”favoletta ” , che il viadotto sarebbe durato “oltre cento anni” e cinicamente; a partire dal suo gran capo il genovese Beppe Grillo, ha cavalcato i “NoGronda” che , nonostante gli allarmi lanciati da tempo, si opponevano al progetto della Gronda Autostradale di Genova, progettata proprio per trasferire il traffico pesante di attraversamento ed alleggerire così il traffico sulla struttura crollata (rendendola anche più facilmente monitorabile e manutenibile).
La stessa cosa succede anche in Piemonte con la cosiddetta TAV – il nuovo tunnel di base del Moncenisio – che in realtà non è nient’altro che la sostituzione della ottocentesca galleria del Frejus, il più obsoleto, acclive, insicuro tunnel delle Alpi, con un’infrastruttura sicura ed adeguata al XXI secolo.
Il Frejus è un tunnel di quasi 14 km con 150 anni di età, pensato per i treni ed i trasporti del XIX secolo, senza uscite di sicurezza, senza sistema di ventilazione e gestione dei fumi, percorribile oggi a senso unico alternato a causa di limitazioni di esercizio dovute a problemi di sicurezza, totalmente inadeguato al transito delle merci internazionali e per questo ormai abbandonato dagli operatori ferroviari. Mentre il transito delle merci sull’arco alpino occidentale è in forte ripresa ed è decisamente superiore a quello ai valichi svizzeri non esiste più una infrastruttura ferroviaria; tutto il trasporto delle merci avviene su autostrada, utilizzando il valico di Ventimiglia (servito anche dal Ponte Morandi), ed i tunnel autostradali del Monte Bianco e del Frejus. Senza il nuovo tunnel i transiti merci per l’Ovest Europa saranno esclusivamente autostradali (oggi siamo già al 93% del totale).
Secondo il M5S il collegamento con la Francia, continuerà ad essere gestito dalla vecchia galleria del Frejus e dalla disastrata tratta di valico tra Bussoleno e Saint Jean de Maurienne; sarebbe quindi l’unico tunnel di tutte le Alpi a non essere stato sostituito ed adeguato alle esigenze del trasporto delle merci, mentre i lavori di sostituzione per tutti gli altri tunnel (ben 7 ai valichi svizzeri ed austriaci) sono già stati conclusi o sono in corso.
Per queste ragioni entrambi gli interventi sono indispensabili per sostituire infrastrutture vecchie, superate, vicine al collasso, pericolose per chi le percorre, inadeguate al traffico delle merci. Speriamo che anche nel caso del Frejus per ammetterlo non occorra aspettare un grave disastro ferroviario.
Le vittime di Genova si onorano impedendo che assurde tragedie come questa possano ripetersi.
Certo è indispensabile che la Magistratura accerti le inadempienze e le responsabilità e che lo faccia in modo tempestivo, rigoroso e severo.
Ma crediamo che gli slogan urlati in questi giorni, l’escalation dei proclami violenti, le minacce ed i processi sommari in una inconcepibile e pericolosa sostituzione del Governo alla Magistratura, le dichiarazioni violente sui social dei Ministri, fatte per soddisfare (ed assolvere) proprio quella curva degli ultrà del No a tutto, siano oggi solo strumenti di distrazione di massa.
Per questo basta con le lacrime da coccodrillo.
La mancata “sostituzione delle opere pubbliche” che hanno oramai concluso la loro “vita utile” produce e produrrà disastri e morti di cui chi governa è sempre responsabile.
Ed ai primi posti della lista delle infrastrutture da sostituire c’è sicuramente il vecchio Tunnel del Frejus e la tratta di valico Bussoleno-Saint Jean de Maurienne.
Il nuovo tunnel del Moncenisio – quello che Di Battista chiama erroneamente e con disprezzo TAV abusando di aggettivazione negativa e difettando di argomenti e motivazioni – è un’opera in corso, che sostituisce, come detto, il più vecchio ed inadeguato tunnel ferroviario della Alpi. E’ un’opera urgente, necessaria ed indispensabile non solo alla sicurezza dei viaggiatori ma per togliere dalle strade oltre un milione e mezzo di mezzi pesanti che passano proprio ai valichi con la Francia attraverso l’autostrada; quasi tre milioni di TIR, un numero oramai insostenibile, che oggi contribuisce all’usura di ponti, dei viadotti, del sedime stradale e produce congestione, morti ed inquinamento.
Intervenire sul trasporto delle merci in Italia, si può fare con la migliore tecnologia disponibile così come si fa in tutti i cinque continenti; con una linea ferroviaria moderna in grado di trasferire molte merci dalla strada alla ferrovia e quindi di far viaggiare treni merci competitivi “lunghi e pesanti”. Per questo serve il nuovo tunnel del Moncenisio. Non le stampanti 3D o con il teletrasporto.
Oggi, dopo il disastro di Genova, è assolutamente chiaro che una eventuale assurda scelta di sospendere i lavori del nuovo Tunnel del Moncenisio, e quindi bloccando il lungo percorso di sostituzione della Galleria del Frejus, rappresenta per il Governo una enorme responsabilità.
Chi la compie si assume la responsabilità dei prossimi disastri che, con lo stato attuale della tratta di valico sono già “annunciati” e che senza il nuovo tunnel di base saranno inevitabili.
Articolo chiaro preciso e puntuale. Complimenti all’ estensore . Questi sono dati il resto è pura retorica per irretire il popolo bue