Travaglio censura pure il Notav Vauro per non disturbare Toninelli e il M5S, ma fa uscire l’ennesima raccolta di “balle spaziali” sulla TAV

Il direttore del  (Dis) “Fatto Quotidiano”, Marco Travaglio, preso dalla smania di compiacere il pensiero del Movimento di riferimento  ha censurato addirittura la vignetta dell’amico satirico Vauro Senesi, colpevole di non essere  abbastanza celebrativa dei Notav, ma soprattutto perché ironicamente critica  con il Ministro “contro” le Infrastrutture Toninelli  e i suoi traccheggianti amici pentastellati.

E’ stato lo stesso Vauro a darne polemicamente annuncio nella serata del 7 dicembre con un tweet: “Ecco la vignetta che sarebbe dovuta uscire su Il Fatto di domani sabato 8 dicembre ma che Il direttore Marco Travaglio ha deciso di non pubblicare”.

Ma in occasione del corteo Torino dell’ 8 dicembre dei Notav e del raduno mondiale dei “No-a-tuttoTravaglio con un editoriale illustrato a lui attribuibile, essendo firmato FQ ha fatto uscire, l’ennesima collezione di “balle spaziali” e numeri a… caso sulla “TAV” Torino-Lione.

Come sua abitudine spara slogan e dati senza aver letto un documento ufficiale e se mai li avessi letti o non ha capito –  o come crediamo –  non vuole  capire…

Nostra nonna direbbe “O a l’è fòl o a lu fa a pòsta” . (O è scemo o lo fa apposta).

Intanto – come suo solito – non c’è un numero giusto.

I flussi di traffico ai confini con la Francia sono in costante ripresa, sono ritornati ai valori precrisi e sono del 14% superiori a quelli attraverso la Svizzera.

Il trasporto su treno sulla linea di Cavour è invece inferiore dei 3.3 milioni di tonnellate raccontati (2,6) a provata dimostrazione che la linea è morta al mercato ferroviario per raggiunti limiti di età.  Per questa ragione il 93% del traffico delle merci viaggia oggi su strada ammorbando e congestionando le Valli alpinee la tratta costiera.

E’ da almeno 20 anni che si sa che il nuovo tunnel si fa non per solo trasferire su ferro i TIR dell’ autostrada del Frejus, ma per togliere centinaia di migliaia di TIR da Ventimiglia e dal Monte Bianco. Oggi complessivamente 3.5 milioni di mezzi pesanti conteggiati su queste tre direttrici, senza tenere conto dei valichi minori come il Colle della Maddalena. (Dati Aiscat 2017).

Toglierne la metà per trasferirli su ferrovia, come hanno fatto la Svizzera (già  al 70%) e l’Austria (senza ancora il Brennero già  al 30%) e come hanno deciso tutti gli Stati Europei con il programma delle reti TEN-T è solo un obiettivo di buon senso e di civiltà.

I fondi da restituire ed i finanziamenti persi sono una realtà e vengono confermati,  come successo  anche in questi giorni,  dall’ Unione Europea secondo il principio “or use or lose” (o li spendi o li perdi) con un calcolo delle restituzioni dovute per mancata realizzazione del progetto per cui sono stati attribuiti.

Tutte le 7 valutazioni economiche sulla convenienza dell’opera  validate da Italia, Francia o condotte direttamente dall’Unione Europea sostengono la convenienza dell’opera.

Le analisi citate ad arte e prodotte da arcinoti e “vecchi” oppositori all’opera per nulla neutrali e indipendenti quali Marco Ponti e Proud’homme sono vecchie di oltre 10 anni.

Curioso usarle per dimostrare l’insostenibilita di un progetto  che intanto è completamente cambiato ed è stato ridefinito per fasi con gli accordi internazionali del 2012 e che costa oggi la metà di allora.

Sostenere la validità  di quei numeri oggi significa solo coprirsi di ridicolo. È  come sostenere che gli asini volano.

Ma gli asini non volano mai.  Spesso parlano ed ora scrivono anche.

Le fake news Notav di Marco Travaglio del Fatto Quotidiano (8 dicembre 2018)

Un pensiero riguardo “Travaglio censura pure il Notav Vauro per non disturbare Toninelli e il M5S, ma fa uscire l’ennesima raccolta di “balle spaziali” sulla TAV

  • Dicembre 8, 2018 in 11:37 pm
    Permalink

    TAV doveva essere già in funzione almeno 15 anni fa. Adesso ci lamentiamo che la Val Padana è il territorio più inquinato e malsano della Terra.
    E poi: i trasporti su ferro costano meno di quelli su gomma, specialmente per lunghe percorrenze.

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