Il Sindaco di Susa Sandro Plano e le “radicate” opinioni Notav

Le inveterate opinioni pubbliche Notav di Sandro Plano sono note e non sta a noi di Veritav chiedergliene conto né di chiedere conto del modo in cui le pratica.  È  legittimo invece che questo magari lo faccia il segretario del partito a cui è iscritto e non per obbligo. (Vedasi il suo comunicato stampa in : http://www.lagendanews.com/plano-risponde-al-pd-in-regione-al-mio-partito-non-interessa-approfondire-il-tema-del-no-alla-tav/?doing_wp_cron=1530605422.3836090564727783203125)

Ci tocca invece smentirlo nel merito per le “amenità ” che come un disco rotto continua a ripetere.

Dopo decine di smentite lo sa anche il Ministro Toninelli che l’Osservatorio non ha fatto “clamorose retromarce sulle previsioni di traffico”, ma ha invece preso atto che la crisi economica – a livello continentale – non ha consentito di rispettarle. E questo ai confini con la Francia così come a quelli Svizzeri ed Austriaci. Tuttavia a nessuno e in nessun Paese è venuto in mente di chiedere di interrompere il nuovo tunnel del Gottardo, del Ceneri o del Brennero.

Ma l’Osservatorio tecnico nella sua relazione scrive anche che l’interscambio ed i traffici merci sull’arco alpino occidentale hanno ormai da 4 anni un trend in forte ripresa, però solo su autostrada – e questo  per competenza professionale Plano dovrebbe saperlo – mentre la vecchia ferrovia del Frejus continua a perdere traffico merci. A dimostrazione che ormai questa linea di valico – la più vecchia in assoluto di tutto l’arco alpino, e la più penalizzante per pendenze e sezioni di galleria – è una linea morta, piena di irrimediabili malanni ed abbandonata dagli operatori trasportistici ferroviari perché  fuori mercato, gravata da pesanti limitazioni di esercizio per problemi di sicurezza ed inadatta al transito delle merci. Ma siccome non esiste il teletrasporto, più di 40 milioni di tonnellate/anno di merci per il 92,3% viaggiano sui TIR attraversando le Alpi Occidentali.

Oggi ripetere il mantra Notav della capacità di 20 milioni di tonnellate sulla vecchia linea è come sostenere che un “asino vola”. Potrebbe essere anche questa una “radicata opinione”, ma ci pare talmente irragionevole da poter essere semplicemente classificata come una sciocchezza.

Nel documento dell’Osservatorio ci sono poi  risposte a tutte le sue altre radicate opinioni. Di come il contributo italiano misurato sull’intero costo di 270 kilometri di linea dell’asse ferroviario Torino-Lione da adeguare pesi il 30% mentre quello francese il 56%. Come poi è arcinoto che la quota parte restante la finanzia l’Unione Europea.

Ricordando a Plano che la motivazione dello scavo da Chiomonte e non da Susa dipende da scelte di ordine pubblico, i cui motivi come sindaco Notav conosce bene, la scelta della galleria parallela, a costo invariato,  consente peraltro di evitare il pozzo di ventilazione di Clarea e di gestire gli eventuali materiali di scavo pericolosi (ovvero le eventuali rocce amiantifere) in totale sicurezza e senza uscire dalla montagna.

Ci sono molte altre amenità nelle sue affermazioni confutate nel documento dell’Osservatorio e pubblicate nel Q10 sul sito della Presidenza del Consiglio, che andrebbero lette e discusse, non solo chiosate, mistificate e manipolate ad arte.

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