Contrordine compagni: i Verdi francesi ritornano “SiTav”?
Torino-Lione: I Verdi francesi scaricano i Notav/SiTIR e pubblicano un rapporto, ignorato dai media italiani, nel quale chiedono con urgenza di accelerare i lavori sulle tratte di adduzione al tunnel di base per avere “un corridoio efficiente che consenta un differimento modale del trasporto merci su strada e dei passeggeri autostradali e aerei alla ferrovia”
Nei giorni scorsi il gruppo EELV (Europe Écologie Les Verts) – i Verdi francesi – in particolare la Commissione Trasporti e Mobilità – ha pubblicato sul suo sito nazionale un articolato dossier dal titolo “Faire les bons choix pour développer le fret ferroviaire: le cas des liaisons transfrontalières alpines et pyrénéennes” ovvero “Fare le scelte giuste per sviluppare il trasporto ferroviario di merci: il caso dei collegamenti transfrontalieri alpini e pirenaici“, assumendo una netta posizione a favore della transizione ecologica sui valichi alpini e fra Francia e Spagna.
Tradotto significa che nel dossier si esaminano i due progetti riguardanti la Francia sul Corridoio Mediterraneo,
- Il progetto della Torino-Lione
- Il progetto della Nuova Linea Montpellier-Perpignan
Per i Verdi francesi : “Lo sviluppo di un’offerta ferroviaria di trasporto merci attraente e competitiva deve essere una priorità per le nostre politiche pubbliche, a livello regionale, statale ed europeo.”
La presa di posizione a favore delle linee ferroviaria ad Alta Capacità per contrastare il traffico merci stradale su TIR è chiara e netta.
“Prendiamo atto delle condizioni necessarie e delle scelte che devono essere fatte nella direzione di questi progetti affinché lo shift modale funzioni”
Un dossier articolato, sintetico e documentato. Obiettivo: mettere in atto politiche concrete ed urgenti per attuare lo shift modale dei trasporti verso le ferrovie, sia per i passeggeri che per le merci
Nele dossier il tema delle tratte di valico di accesso ai tunnel di base francesi, sulle Alpi e sui Pirenei, ai confini ovest con l’Italia e sud con la Spagna è affrontato senza fronzoli e giri di parole. Si legge fra l’altro infatti:
- Senza la messa in servizio delle tratte di accesso all’apertura della galleria di base – già in corso di esecuzione – la Torino-Lione sarà inutile come il tratto Perpignan Figueras, e il passaggio modale non avverrà.
- Senza un mix trasporto merci-passeggeri della linea Montpellier- Perpignan (LNMP) in un unico tratto, il passaggio modale non avverrà.
- Senza un’armonizzazione dei calendari di questi due grandi progetti ferroviari, interessati dal corridoio mediterraneo, il passaggio modale non avrà luogo.
- Senza il sostegno di una coraggiosa politica fiscale, di una tassazione sui trasporti su strada, il differimento modale non avrà luogo.
È urgente che le decisioni politiche necessarie per il successo di questi progetti siano realmente prese in modo che, entro il 2030, anno dell’annunciata apertura del tunnel di base della Torino-Lione, i treni merci che forniscono una rotta Spagna- Francia- Italia possano funzionare nel meno tempo possibile.
Senza decisioni rapide su almeno i quattro punti precedenti, Senza decisioni rapide su almeno i quattro punti precedenti, l’obiettivo della riduzione dell’inquinamento, con le sue conseguenze sanitarie, ambientali, economiche e sociali, sarà stato vano.”
Sulle tratte di adduzione il dossier dei Verdi ricorda anche come l’Unione Europea, attraverso la voce di Iveta Radičová, Coordinatrice del Corridoio Mediterraneo – oltre ad impegnarsi ad aumentare al 50% la quota UE del costo del Tunnel di base – abbia anche “proposto di finanziare l’accesso al 50%, se la Francia lo richiede”. La quota di finanziamento per la Francia sarebbe compresa tra 2,4 miliardi € sino a 4,3 miliardi a seconda del progetto scelto fra quelli preventivati.
Ovvio che la proposta è paritetica e che per l’Italia varrebbe circa 750 milioni per la sua tratta nazionale italiana, da Bussoleno a Torino San Paolo e e da Buttigliera Alta a Orbassano.
Così semplice e chiaro che sarebbe utile che lo leggesse anche il Ministro italiano delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini le cui recenti affermazioni sulla tratta nazionale italiana di accesso al tunnel di base del Moncenisio sono state – eufemisticamente – un’accozzaglia di disinformate corbellerie.
La convinta e documentata retromarcia dei Verdi Francesi sulla Torino-Lione lascia solo il M5S in Europa a fianco dei Notav / SiTIR e i pochi oppositori in Savoia
Noi di Veritav, peraltro, che queste cose le diciamo da sempre, ricordiamo anche che la Torino-Lione servirà anche l’asse ferroviario che connette l’Europa post Brexit con il Regno Unito, e come il nodo di Torino e lo scalo di Orbassano saranno la porta d’Italia da e per questo grande Paese ora …extracomunitario.
Quella dei Verdi francesi è una vera inversione a U rispetto alle loro ultime azioni politiche che dopo un plauso iniziale all’opera, da circa una decina di anni li trovavano a fare l’occhiolino ai (pochi) Notav savoiardi e ai Notav italiani, soprattutto a livello di Parlamento Europeo con i parlamentari del M5S a far loro pressione.
Con questo passo del gruppo EELV i Notav, che pure qualche longa manus a Bruxelles ce l’hanno avuta restano soli in mezzo alla palude della loro falsa propaganda anti ferroviaria e di fatto tutta schierata pro TIR.
Nel dossier – in una chiara sintesi – fra l’altro si analizza lo stato dell’arte del tunnel del Frejus del 1861, riportando correttamente quali ne siano i limiti di sagoma e sicurezza, nonostante gli investimenti fatti dalle Ferrovie italiane e francesi per mantenerlo transitabile, concludendo così: “In ogni caso, l’affermazione secondo la quale la linea sarebbe utilizzata solo al 25% della sua capacità sono probabilmente molto lontani dalla realtà”.
I Verdi francesi al contrario auspicano l’introduzione di una tassa sui TIR, modello svizzero: “che si tratti dell’organizzazione dei viaggi o del trasferimento modale di merci alla ferrovia, la Svizzera ci mostra, attraverso le azioni sopra menzionate, alcune strade che potrebbero essere messe in atto al fine di incoraggiare il passaggio modale”.
Come riporta correttamente il sito de La Transalpine nella sua ultima newsletter, in vista evidentemente delle elezioni regionali francesi del giugno prossimo, qualche reazione locale e nazionale di ultras anti Torino-Lione per la verità in Francia c’è stata.
Daniel Ibanez l’attivista Notav capofila degli oppositori al Lione-Torino ha diffuso sui media una sua e-mail in cui gridava “al tradimento di EELV”. Mentre a livello nazionale l’ultra sinistro Luc Mélenchon leader di La France Insoumise (equivalente più o meno di Potere al Popolo in Italia) con un tweet ha attaccato i Verdi: “Collegamento ferroviario Torino-Lione: EELV voltagabbana. Ieri contro oggi a favore. Sciolti nella gestione più veloci dei socialisti”.
Il portavoce dei Verdi Alain Coulombel, ha da parte sua spiegato all’agenzia di stampa AFP la situazione: “C’è una lobby da parte degli iscritti di EELV di Chambéry per far evolvere la posizione della Commissione Trasporti (…) Ma non è una posizione nazionale. Ciò richiederebbe una mozione votata dal Consiglio federale, e il prossimo avrà luogo solo in luglio”.
Ma intanto l’elettorato del partito ecologista ha già deciso, secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto BVA pubblicato lo scorso marzo, l’84 % dei sostenitori EELV della Regione Rhône Alpes-Auvergne sostiene il progetto della Torino-Lione.