Dire si alla Torino Lione significa dire no allo smog
Abbiamo assistito sui siti NOTAV al riciclaggio di articoli e post vecchi di almeno un paio d’anni, che con sprezzo del ridicolo provano a sostenere l’insostenibile, ovvero che la battaglia NOTAV sia ambientalista e che serva ai cittadini piemontesi e padani anche per respirare meglio.
La tesi, insolita e curiosa, si può riassumere così: se le risorse destinate alla Torino Lione fossero destinate alle metropolitane e alle piste ciclabili avremmo risolto tutti i nostri problemi.
Ricordando che la contrapposizione tra le risorse per il trasporto locale, il trasporto merci e le linee ferroviarie moderne è un vero e proprio imbroglio, spieghiamo, ancora una volta, come stanno davvero le cose:
- Le risorse per le linee metropolitane ci sono e si trovano, magari facendo bene gli amministratori e, come è successo in passato facendo investimenti e quindi anche debiti.
La linea 1 a Torino l’hanno fatta le amministrazioni precedenti e si stanno ora completando grazie alla loro lungimiranza ed al loro coraggio.
L’attuale amministrazione di Torino in quasi 18 mesi non ha invece fatto nulla; non era neppure riuscita ad avviare il progetto definitivo della linea 2, correndo il rischio di perdere i soldi dello Stato per la progettazione, insieme all’opportunità di farla finanziare. Pare giusto ricordare che solo la recente mobilitazione della Regione Piemonte, dei parlamentari piemontesi (con l’odiato Senatore Stefano Esposito SITAV in prima fila) e la disponibilità del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, hanno consentito di evitare una ennesima figuraccia alla città e di avere un’altra chance per avere almeno un progetto per estendere la rete metropolitana. Occasione che speriamo di non vedere di nuovo sprecata per manifesta e reiterata incapacità. - Il traffico che produce emissioni ed inquinamento non è solo quello all’interno di Torino, ma quello che entra, esce e si sposta in Torino, fatto di veicoli che trasportano le merci e veicoli per passeggeri. Per ridurre il traffico veicolare dei passeggeri si deve intervenire con un’offerta migliore di linee ferroviarie, con nuove fermate e nuovi servizi ferroviari, regionali e metropolitani (SFM).
L’anticipazione degli interventi sull’asse ferroviario Torino Lione ha prodotto una nuova linea ferroviaria (la FM5), una stazione al San Luigi di Orbassano con parcheggio di interscambio ed una fermata a Ferriera di Buttigliera, anch’essa con parcheggi di attestamento per le auto; ha poi creato le condizioni per realizzare altre due fermate ferroviarie su FM5 a Quaglia Le Gru a Grugliasco ed a San Paolo a Torino.
Sono risorse finanziate in anticipazione della Torino Lione dal Ministero dei Trasporti e in parte dalla Regione Piemonte; neanche un Euro arriva dalla città di Torino. Linea e fermate saranno in esercizio nel 2021.
Insomma, il principale intervento per il trasporto pubblico a Torino avviene grazie alla Torino Lione; enormemente di più di quando ha fatto o programmato la nuova amministrazione di Torino, che si é distinta solo nei tentativi, peraltro falliti, di bloccare, in nome dei pregiudizi NOTAV, questi interventi finanziati dal Ministro Delrio. - Nulla dicono i NOTAV, o l’Amministrazione pentastellata, sulle merci, sulle centinaia di migliaia di veicoli pesanti, i più inquinanti e pericolosi, che impegnano la tangenziale e l’intera area metropolitana dalle provenienze più varie, ma con origine o destinazione l’area torinese; nulla si dice del grande progetto “ambientalista” europeo e nazionale di spostare entro il 2030, il 30% del traffico su treno ed al 2050, il 50% del traffico. Stiamo parlando di quei 2,8 milioni di TIR che ogni anno transitano ai valichi della Francia provenienti proprio da Torino e/o dalla pianura padana nel silenzio dei NOTAV e con piena soddisfazione delle autostrade. Il 93% del traffico delle merci oggi viaggia su TIR ed è in forte crescita: 220.000 TIR in più negli ultimi 4 anni. Toglierne la metà dalle strade e farli viaggiare in ferrovia riducendo le emissioni inquinanti di un ordine di grandezza è il più grande progetto ambientalista per curare i polmoni e la salute della pianura padana. E proprio per questo occorre una linea ferroviaria moderna ed adeguata al traffico merci europeo, così come ai valichi con la Svizzera e con l’Austria.
Naturalmente noi, che non siamo né strabici né schizofrenici, crediamo che queste tre cose si debbano tenere tutte insieme: l’estensione delle metropolitane, connesse ad un sistema ferroviario regionale e locale adeguato, ed integrato in una rete ferroviaria europea e nazionale (merci e passeggeri), efficiente e moderna, di cui l’asse ferroviario Torino Lione costituisce un elemento fondamentale.
Noi crediamo che oggi, sia necessario questo progetto strutturale che si sta ora avviando alla sua completa realizzazione, nell’interesse dell’Italia, dei piemontesi e della loro salute, nonostante il disturbo e l’incapacità degli oppositori NOTAV che, al di là delle roboanti dichiarazioni, dei divieti di transito e dei blocchi domenicali, dimostrano ancora una volta di essere i migliori amici dei TIR e delle autostrade e quindi delle polveri sottili e del biossido di azoto.