CANTIERI E POLVERI
Tutta la Valle verrà trasformata in un gigantesco cantiere, dal quale non avranno riparo neppure coloro che ancora si illudono di poterne rimanere estranei per la dislocazione delle loro abitazioni, fuori dalla portata dei lavori.
– Espropri e cantierizzazione a Bussoleno, TG Valle Susa 16/5/13” – LINK
Il progetto prevede solo cantieri agli imbocchi del tunnel, in Italia l’unico cantiere per la costruzione del tunnel di base sarà quello di Susa.
Peraltro torna utile ricordare che a Torino per la metropolitana e per il passante ferroviario, che sono opere del tutto paragonabili al tunnel di base in progetto, i lavori si sono svolti in un contesto ben più problematico, senza provocare troppi disagi alla città. Lo dimostra il fatto che nello stesso periodo si svolgevano con successo a Torino eventi come le Olimpiadi, l’ostensione della Sindone e, più di recente, le numerose cerimonie per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
I cantieri della Torino-Lione provocherebbero 200 morti in dieci anni, a causa dell’aumento del 10-15% delle «affezioni respiratorie» e del 10% delle «patologie cardiocircolatorie e respiratorie» nella popolazione toccata dai lavori e dalle polveri prodotte.
– Dossier di sindaci e professori contrari «Con i cantieri 200 morti in dieci anni» , Cronaca Qui Torino –
…polveri sottili, sottilissime, capaci non solo di entrare negli alveoli dei polmoni ma di entrare (e questo è il risultato di studi recentissimi) nel sistema circolatorio del sangue….. polveri che faranno parte dei carichi dei camion che percorreranno la valle …. Tutto alla mercè dei venti, delle brezze, delle correnti d’aria che si muovono lungo tutta la valle e che non mancheranno di trasportare queste piccolissime particelle ovunque. Con risultati più che ovvi per le ricadute sulla salute dei cittadini.
Asbestosi, mesotelioma pleurico (che dalla diagnosi alla morte “regala” tra i sei ed i dodici mesi di vita), saranno malattie in aumento in un territorio già segnato pesantemente; con questo si dovrà tener conto delle possibili leucemie per la presenza dell’uranio, del radon, questo soprattutto per i lavoratori del cantiere…….il prezzo maggiore lo pagheranno gli anziani e i bambini.
– “Lo smarino del Tav alla cava di Caprie: un problema futuro per tutti”, TG Valle Susa 6/7/13 – LINK
Queste affermazioni non hanno altra spiegazione se non la ricerca di “procurato allarme”. I quantitativi apportati dal cantiere rispetto al fondo esistente sono assolutamente minimali, anche in considerazione del fatto che la talpa e i nastri trasportatori (chiusi) sono elettrici, le piste di cantiere asfaltate e bagnate, i cumuli coperti, infine il trasporto dello smarino ai siti di deposito avviene via treno.
Val la pena di ricordare che la gestione contemporanea di enormi cantieri (con cumuli all’aperto e trasporto su camion) è avvenuta a Torino senza problemi dal punto di vista sanitario: il costante monitoraggio di ASL ed ARPA non ha mai riscontrato rischi per la salute della popolazione.
La modellizzazione contenuta nel progetto definitivo, come da prassi, ha definito le massime emissioni possibili prodotte dal cantiere al fine di valutare, aggiungendo le misure di fondo, i massimi sforamenti; non è quindi una misura delle emissioni attese ma la valutazione dei valori limite delle emissioni nella situazione più sfavorevole, in assenza di qualsiasi misura di mitigazione e riduzione prevista nel progetto.
Serve pertanto a misurare, nelle condizioni più sfavorevoli, i possibili sforamenti, al fine di proporre misure progettuali di mitigazioni e contenimento.
Vengono infatti considerate nell’analisi di progetto:
- le polveri esauste prodotte da veicoli e macchinari (mezzi d’opera EURO 4) considerati nel cantiere;
- le polveri fuggitive da sollevamento, potenzialmente producibili in situazione limite senza alcuna mitigazione: cumuli all’aperto e non coperti, trasporto via camion, piste non asfaltate né bagnate, situazioni meteorologiche di ventosità e asciutto;
- un’area di riferimento di emissione di circa 1 ha per ogni cantiere (piste e cumuli) e di circa 2 ha per il cantiere principale di Susa.
Pur in queste condizioni limite, assolutamente improbabili e non riferibili in alcun modo al progetto presentato, non risultano sforamenti sommando al fondo esistente le emissioni del cantiere.
Ma i valori limite non rappresentano mai i valori reali perché :
- le condizioni limite meteorologiche non si ripetono tutto l’anno
- il progetto del cantiere prevede ovviamente misure per la riduzione e la mitigazione degli effetti sull’atmosfera quali
- nastri trasportatori elettrici coperti per le polveri fuggitive,
- cumuli di smarino stoccati al coperto
- strade utilizzate dai mezzi d’opera asfaltate e/o bagnate
- filtri antiparticolato per i locali chiusi di stoccaggio/lavorazione
- filtri antiparticolato per galleria (aria in uscita)
Per questo le affermazioni fatte nel documento della CMVSS risultano assolutamente fuorvianti: misurare le tonnellate di PM10 prodotte moltiplicando il caso limite (senza mitigazioni) per 365 giorni per 12 anni è un grave errore e produce dati assolutamente sbagliati ed inverosimili.
Inoltre i diversi cantieri non sono mai contemporanei e la loro durata è molto differente (ed è quindi assurdo sommarli); le diverse lavorazioni hanno durate variabili e sempre inferiori ai 12 anni: i lavori di scavo durano ad esempio 6 anni, tre anni i lavori di finitura e tecnologia ferroviaria e l’ultimo anno dedicato ai collaudi e prove non produce emissioni significative
Pertanto le emissioni “attese” sulla base del progetto definitivo hanno valori significativamente inferiori a quelli proposti:
Ancora il documento della CMVSS calcola le emissioni risparmiate nei primi 30 anni di esercizio della nuova linea prodotte dal trasferimento modale assemblano in un unico istogramma le emissioni ipotizzate di tutti i cantieri con il risparmio prodotto togliendo i camion dalla sola Piana di Susa.
Per farlo confronta:
- l’emissione di NOX e PM10 di tutti i cantieri (comprendendo Caprie e Torrazza) calcolata ancora usando i valori limite di picco moltiplicati per 365 giorni all’anno per 12 anni
- il risparmio di NOX e PM10 misurato solo per la piana di Susa (circa 5 km).
Alla faccia dell’onestà intellettuale!
Con la precauzione che non hanno avuto altri, proviamo di seguito a fare una rappresentazione analoga, confrontando produzione e risparmio, ma con i valori attesi dal progetto e considerando la riduzione di Nox e PM10 nell’intera Valle di Susa, nello sviluppo della A32 tra lo svincolo di Bruire-Rivoli e l’imbocco del tunnel di Bardonecchia. Le risultanze sono affiancate ai grafici diffusi dalla CMVSS per un raffronto.
Vengono dunque rappresentati:
- Le emissioni di NOX e PM10 di tutti i cantieri per fasi di lavorazione effettiva nella durata complessiva del progetto
- il risparmio di NOX e PM10 misurato nella Valle di Susa lungo l’A32.
Risulta assolutamente evidente come l’impatto del cantiere per quanto riguarda emissioni sia limitato, grazie alle tecnologie impiegate ed alle scelte compiute, e come sia inutile negare i vantaggi ambientali prodotti dall’opera, nella Valle di Susa.