NoTav oppure SiTir? Il professor Roberto Zucchetti della Bocconi risponde su Lo Spiffero a Francesco Ramella

Con una nota pubblicata su Lo Spiffero, Francesco Ramella, docente di Logistica e Trasporti all’Università di Torino,  allievo di Marco Ponti, ha invitato i “proponenti” a fermare il progetto del nuovo asse ferroviario Torino-Lione a partire dalla realizzazione del tunnel di base del Moncenisio.

“Per molti decenni – scrive Ramella non si registrerà infatti alcun vincolo di capacità sulla rete stradale, unico fattore che potrebbe, a determinate condizioni, giustificare l’opera. I tunnel stradali sul versante occidentale delle Alpi sono infatti utilizzati all’incirca per un terzo ed è in fase di realizzazione una seconda “canna” del traforo del Fréjus che allontanerà ulteriormente la prospettiva di saturazione delle infrastrutture esistenti”.

http://lospiffero.com/ls_article.php?id=38223#

Dimenticando gli obiettivi europei, il professor Ramella – a nome dei Notav – vorrebbe riservare al trasporto su gomma quelle merci che invece l’Unione Europea chiede di spostare al 50% su ferro entro il 2050 e che oggi attraversano le Alpi Occidentali passando per il 92,7% su gomma sui camion in Valsusa, al Bianco e lungo la costiera fra Liguria e Costa Azzurra.

Sono infatti già nel 2016 oltre 42 milioni di tonnellate le merci che viaggiano verso Francia, Spagna e Regno Unito.

Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Governo francese –  relativi al 2017 – il totale degli scambi solo fra Francia-Italia (Import + Export) nel 2017 ha raggiunto il livello record di 76,6 miliardi di euro, in aumento dell’8,3% rispetto al 2016. Il deficit bilaterale Italia-Francia si attesta a -6,3 miliardi di euro (+4,1% vs 2016), in favore del nostro Paese. L’Italia risulta essere il terzo Paese cliente della Francia con 35,1 miliardi di euro di vendite nel 2017 (+8,6% vs 2016) e il terzo Paese fornitore con 41,4 miliardi di euro di acquisti da parte della Francia (+7,9% vs 2016). E nell’ultimo quadrimestre i dati economici europei dicono che la crescita dell’export italiano ha in percentuale superato quella di Germania e Francia.

Nel 2017 le esportazioni italiane infatti sono in crescita, rispetto al 2016, del 7,4% in valore e del 3,1% in volume. Lo rileva l’Istat aggiungendo che a crescere sono anche le importazioni con +9% in valore e +2,6% in volume.

http://www.ice.gov.it/it/news/notizie-dal-mondo/105255

L’effetto della peggior crisi economica del dopoguerra sta evidentemente passando e i numeri lo dicono: nel solo mese di gennaio 2018 al Tunnel autostradale del Frejus sono transitati 29.421 mezzi pesanti in direzione Italia, 35.439 in direzione Francia. Per un totale di 64.860 TIR, pari a circa 2.092/mezzi giorno con un +12,14% rispetto al mese di gennaio 2017.

Il dato annuo complessivo del 2017 chiude al Frejus con un +4,83% di traffico pesante rispetto al 2016. Pari a  344.141 mezzi in direzione Italia,  396.453 in direzione Francia, per un totale di 740.594 mezzi/anno. (Fonte Sitaf spa).

La pragmatica risposta del professor Roberto Zucchetti

A Ramella risponde oggi, sempre su Lo Spiffero, Roberto Zucchetti, docente dell’Università Bocconi in materia di Economia dei trasporti  e valutazione delle Infrastrutture, componente della Struttura Tecnica del Commissario di Governo della Torino-Lione, che ha contribuire a redigere il  documento del modello di esercizio sino al 2030 della tratta nazionale dell’Asse Ferroviario Torino-Lione.

http://www.lospiffero.com/ls_article.php?id=38234#

Con sottile ironia e con sintetica efficacia Zucchetti smonta il costrutto del collega Notav torinese. La sintesi per chi non frequenta le aule universitarie resta quella  del nostro titolo: i Notav potrebbero anche tranquillamente chiamarsi SiTir.

Coda di TIR in autostrada sulle Alpi

Un pensiero riguardo “NoTav oppure SiTir? Il professor Roberto Zucchetti della Bocconi risponde su Lo Spiffero a Francesco Ramella

  • Maggio 31, 2018 in 11:28 pm
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    Come far comprendere a chi si arroga il diritto di intralciare una mobilità su rotaia che questa, indubbiamente, offre un considerevole numero di vantaggi ? Suppongo che essi siano spinti da logiche d’interesse: avranno figli, nipoti, cugini che operano nel settore trasporto su gomma ? Saranno dipendenti di società di autotrasporto ? Oppure, saranno spaventati dal perdurare dei lavori ? In effetti la durata di tale opera mi pare un tantino eccessiva, considerazione del tutto personale e basata esclusivamente su lettura di articoli giornalistici, pubblicati in alcuni quotidiani a diffusione nazionale. In effetti, anche la costruzione della galleria di base del San Gottardo si è protratta per circa 17 anni (1999-2016), è comunque il tunnel ferroviario ad alta velocità più lungo del mondo. A differenza della Val di Susa, la zona piemontese in cui vivo è molto carente in collegamenti ferroviari, siamo ridicolmente vincolati ad un trasporto ferroviario su binario unico, vittime incolpevoli di maneggi e inconcludenze da illo tempore. A nulla sono servite petizioni, raccolte firme, proteste, appelli, sempre ignorati o inascoltati e buggerati dai governanti di turno, di tutte le casacche politiche. Loro restano fermamente convinti che Ivrea debba gravitare sul nodo di Chivasso ! Noi, intrappolati da passaggi a livello obsoleti, soste infinite al gelo o a temperature tropicali, ritardi quotidiani, soppressioni improvvise, abbiamo imparato a memoria ogni singolo aspetto della tratta, prigionieri nostro malgrado di una incapacità gestionale delle risorse economiche e delle infrastrutture da parte di chi amministra la cosa pubblica.

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