Ma Paolo Foietta ribatte: “Plano riscrive la storia”

Il presidente dell’Osservatorio nel 2008 fece da mediatore

“Ritengo sconcertante, da parte di Plano, la pratica della “negazione” dell’Accordo di Pra Catinàt del 28 giugno 2008”. A dirlo è uno che c’era già allora: Paolo Foietta, da qualche tempo succeduto a Virano nella guida dell’Osservatorio sulla Torino-Lione.

“Io – ricorda – ero presente alla stesura del documento e, come rappresentante della Provincia di Torino, ho seguito tutta la trattativa; mi era anche stato assegnato il compito di “corriere” del testo in elaborazione e ricordo le ripide (e numerose) discese tra l’ex sanatorio ed il bar (con déhor) della piazza di Fenestrelle, dove era localizzata la delegazione dei Sindaci della Comunità Montana”.

Insomma, Foietta faceva non tanto il pony express quanto il mediatore tra Mario Virano e i sindaci. “Il testo è stato più volte esaminato, emendato e corretto fino ad arrivare al documento finale, che dopo aver ricevuto l’assenso della delegazione dei Sindaci, è stato approvato dai tecnici designati dalla Comunità Montana nell’Osservatorio (De Bernardi e Tartaglia)”.

E tra l’altro, ricorda Foietta, “Sandro Plano era uno dei sindaci “delegati” presenti nel déhor, insieme al Presidente della Comunità Montana, Ferrentino; e non mi risulta fosse un “sosia”. Non solo, ma “il giorno successivo, il 29 giugno 2008 era presente, con tutti i Sindaci della Comunità Montana alla riunione indetta dal Prefetto a Torino”. Ancora: “Tutti i sindaci della Comunità Montana hanno poi partecipato il 29 luglio 2008 al Tavolo di Palazzo Chigi che ha consacrato politicamente l’Accordo. Accordo che è stato il motore delle attività dell’Osservatorio per altri due anni, con la assidua presenza dei tecnici designati da tutti i comuni della Comunità Montana Bassa Val di Susa”. Qualche giorno dopo “i Sindaci tutti, Plano compreso, hanno celebrato l’evento incontrando, con fascia tricolore il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.

Severa la chiosa finale di Foietta: “Cambiare opinione è sempre legittimo, ma non è mai legittimo “riscrivere” la storia”.

Bruno Andolfatto @ LaValsusa

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