CONTROMANO O CONTROSENSO ?

UNA RISPOSTA A CURZIO MALTESE

Curzio Maltese, giornalista ed opinionista, Parlamentare Europeo della Lista Tzipras, ed attivo testimonial NOTAV esce una volta all’anno nella sua rubrica “Contromano” sul Venerdì di Repubblica con un “pezzo” di propaganda contro la Torino-Lione.  Puntuale sul Venerdì di Repubblica dell’11 agosto 2017, Maltese costruisce il suo pezzo intorno ad un falso, attribuendo la “pausa di riflessione” annunciata da Macron esclusivamente alla Torino Lione; in verità la pausa di riflessione si riferisce a tutta la politica francese sulle infrastrutture e riguarda la Torino Lione esclusivamente per la tratta nazionale francese di adduzione al tunnel di base. La ministra francese Elisabeth Borne infatti, nell’incontro con il ministro Graziano Delrio del 28 luglio ha chiarito che l’accordo internazionale per il tunnel del Moncenisio non è in discussione e che i lavori di TELT proseguono senza alcuna sospensione e/o interruzione.

Curzio Maltese usa questo falso pretesto per scrivere un pezzo di propaganda declinando l’intero repertorio di vecchi luoghi comuni NOTAV:

  1. Intanto Maltese si aggiorni; la Lisbona Kiev non esiste più da quasi 10 anni; ora l’Unione Europea, di cui Maltese è parlamentare, definisce nel Core Network Europe il Corridoio Mediterraneo come Algeciras – Budapest. E nonostante i 10 anni di crisi economica il corridoio si sta realizzando utilizzando soluzioni infrastrutturali nuove ed economicamente più sostenibili. Così è stato fatto anche in Italia per la Torino Lione e per la tratta Brescia – Verona. Una cosa risulta comunque chiara: il principale collo di bottiglia del Corridoio Mediterraneo è proprio la tratta di valico Torino-Lione.
  2. I “costi di 26 MLD” sono un falso; mettendo tutto insieme, ovvero il nuovo tunnel di base e l’adeguamento di un asse ferroviario di 270 km di linea il costo è all’incirca della metà;  il costo certificato del Tunnel di Base  è di 8,3 MLD, finanziato al 40 % dalla UE; la tratta di adduzione Italiana, a seguito della project review di Delrio – che riutilizza 50 km di linea storica – vale circa 1,7 MLD; la tratta di adduzione Francese, in corso di definizione, presumibilmente varrà tra i 3 ed i 4 MLD ed  è proprio l’oggetto dei 6 mesi di riflessione e di revisione progettuale.   I costi che sosterrà l’Italia, grazie al finanziamento europeo, sono inferiori ai 3 MLD di €, da spendere in 12 anni. Costi inferiori alla maggioranza degli investimenti in infrastrutture in Italia quali la Napoli Bari, la Brescia Verona, il III valico di Genova.
  3. E’ falso che sui valichi con la Francia e l’Ovest Europa,  il traffico sia  in calo da anni: la dimensione dell’interscambio economico dell’Italia sull’Asse Ovest vale al 2016 circa 160 MLD ed ha recuperato i valori pre-crisi del 2007;  i flussi delle merci che passano ai valichi con la Francia sono in aumento e superiori a quelli che passano per la Svizzera, che ha finanziato con oltre 24 MLD il proprio progetto di nuovi tunnel di base ferroviari e vede oggi il trasporto merci utilizzare al 71% la ferrovia. In Italia invece, su questo asse le merci viaggiano per il 93 % in autostrada su TIR e solo per il 7% su ferrovia; questo significa al 2016, 2.800.000 TIR  sulle tratte di valico del Monte Bianco, del Frejus e di Ventimiglia (300.000 in più del 2015) mentre si riduce ancora il traffico ferroviario sulla linea esistente. La causa sono le condizioni disastrose della tratta di valico della linea ferroviaria internazionale del Frejus, obsoleta, insicura ed insostenibile economicamente – consente di fare treni merci corti e leggeri mentre il trasporto ferroviario moderno richiede treni lunghi e pesanti. Per questo la linea ha perso il 70% del proprio traffico ed è stata abbandonata dagli operatori ferroviari europei. Tutto questo succede non perché non esista il traffico ma perché non esiste un’infrastruttura ferroviaria adeguata alla domanda del mercato. E senza infrastruttura ferroviaria su questo asse resteranno solo l’autostrada ed i TIR, alla faccia dell’ambientalismo e della Convenzione delle Alpi.
  4. Non esiste alcuna “sentenza” della corte dei conti Francese” sulla Torino Lione, ma un rapporto relativo ad AFTIF – l’Agenzia francese dei trasporti, dove è citata anche la Torino-Lione; nel rapporto peraltro non si mettono in discussione le scelte dello Stato, ma si pone l’attenzione sulla copertura economica del programma delle infrastrutture. E’ proprio quello che Macron sta ora facendo su tutto il sistema di investimenti della Francia in prospettiva quinquennale.
  5. E’ falso sostenere che “l’Italia non riflette sulle opere pubbliche”; semmai, per dirla proprio con Macron, è la Francia che finora non l’ha fatto a sufficienza ed i rilievi della Corte dei Conti Francese  sono relativi alla mancata copertura finanziaria pluriennale del programma delle opere pubbliche; invece l’Italia lo sta facendo  da due anni, migliorando la propria competitività attraverso un programma di modernizzazione delle proprie infrastrutture, grandi e piccole; è questa la project review del Ministro Delrio, che i francesi ci invidiano e ci stanno copiando.
  6. E’ sintomatico come, secondo Maltese, coerentemente con la sceneggiatura della saga scritta da WU MING, i poveri NOTAV siano vittime di uno stato arrogante ed antidemocratico. Non era della stessa idea Giancarlo Caselli e non lo sono la magistratura torinese e le Forze dell’Ordine (426 feriti dal 2011).
    Non crediamo che la militarizzazione della valle sia una scelta dello Stato “cattivo”, ma invece  il risultato della pratica generalizzata della violenza, non di popolo, ma di minoranze organizzate, sempre più a trazione “antagonista”, che in un paese democratico non dovrebbero avere coperture, compiacenze e giustificazioni. La storia recente del Paese dovrebbe averlo insegnato. Proprio quegli anarchici ed autonomi dei centri sociali, oggetto della menzione di Maltese, sono, oggi gli egemoni del Movimento che, ormai in crisi di militanza attiva, organizza i campi estivi, reclutando la galassia antagonista d’Italia e d’Europa, e lanciando lo slogan nazionale “siamo tutti “black block”.
  7. Maltese cita le “ricerche che certificano l’insensatezza dell’investimento”; ma di quali ricerche sta parlando? e fatte da chi?. Il percorso decisionale della Torino Lione è durato vent’anni, è stato oggetto di continue ed approfondite verifiche ed aggiornamenti e di decine di studi in contraddittorio con l’Unione Europa, condotti dai principali istituti europei, francesi ed italiani; la recente decisione definitiva è quella di realizzare il Tunnel di Base del Moncenisio (fotocopia dei nuovi San Gottardo e Brennero).   L’Unione Europea la considera una sezione prioritaria e per questo ha deciso di finanziarla al 40%. La decisione “definitiva” è diventata recentemente legge dello Stato Italiano votata a stragrande maggioranza dal Parlamento e dal Senato Italiano; così è successo anche all’Assemblea Nazionale e dal Senato francesi. A novembre 2016, alla Camera dei deputati, su richiesta del M5S è stata dedicata un’intera giornata di audizione agli esperti favorevoli e contrari all’opera.  Invitiamo Maltese a leggere la documentazione presentata in quella sede e disponibile sul sito della Camera ed a valutare, prima di “certificare l’insensatezza dell’investimento”, i documenti presentati ed agli atti.
  8. E’ assurdo sostenere che le piccole opere sono buone ed utili e producono salute e ricchezze per tutti mentre le grandi opere sono cattive e producono vantaggi per pochi e ruberie in una sorta di riedizione del mito di Davide contro Golia. Le opere si dividono in utili (come ad esempio il piano casa, il contratto di programma MIT-RFI, Italia-Sicura, il piano dell’edilizia scolastica, la ricostruzione delle aree terremotate, ed appunto la Torino Lione) ed in inutili, da rivedere e, se necessario abbandonare. Così si sta facendo, e bene, in Italia. Ricordiamo poi che la storia e le statistiche insegnano che le ruberie sono più diffuse nelle piccole opere, dove esistono strumenti di controllo più deboli, le stazioni appaltanti sono più frammentate e le influenze corruttive di soggetti locali dirette e vicine.

Il repertorio dei luoghi comuni NOTAV nella trattazione di Maltese è quasi completo.

Manca solo la “bufala” delle “montagne piene di amianto”, di uranio (o kriptonite); forse perché, dopo oltre 15 anni di scavo tra Italia e Francia (con 20 km di gallerie scavate), di questi non ce n’è alcuna traccia e tali argomenti sono rimasti solo una “licenza letteraria” utilizzata dai cosiddetti “intellettuali” organici al movimento, come giustificazione di violenze, intimidazioni e della pratica del “sabotaggio”.  Restiamo invece convinti che diffondere falsità per procurare allarme e terrore della popolazione non sia un atto di “nuova resistenza” o di costruzione della “nuova democrazia” ma piuttosto una pratica odiosa ed infame contro lo Stato ma soprattutto contro la gente.

Concludiamo ricordando, per dovere di cronaca, all’opinionista ed all’autoproclamato anarchico Curzio Maltese che centinaia di uomini e donne delle Forze dell’Ordine sono stati feriti in Valle di Susa, da pietre, razzi, petardi e non da un voluminoso ed opinabile studio di un professore del Politecnico di Milano; le bombe invece sì, quelle erano proprio bombe carta.

Un pensiero riguardo “CONTROMANO O CONTROSENSO ?

  • Agosto 14, 2017 in 6:55 am
    Permalink

    Grazie per la confutazione delle affermazioni ridicole di Maltese, che fa il deputato europeo ma scrive articoli come un giornalista di propaganda qualunque

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