SFM5 E STAZIONE SAN LUIGI: salite e scivoloni degli “esperti” NoTAV

Le dichiarazioni degli esperti NOTAV  a seguito della audizione in commissione consiliare a Rivalta di Torino su sfm5, riportate su la Stampa del 15 novembre, nell’articolo “una stazione in salita” di M. Peggio, dimostrano che  tali “esperti” o non conoscono il San Luigi o sono  davvero a corto di argomenti.

E’ semplice dimostrare che non esiste un dislivello di 25 metri tra ingresso stazione ed ingresso ospedale.

Utilizziamo la carta tecnica della Provincia di Torino  (CTP) ed i suoi punti quotati; l’ingresso dell’Ospedale San Luigi si trova  a circa  278 metri di quota, la  banchina ferroviaria si trova alla quota del rilevato a circa 274 metri. L’area  del movicentro è oggi a quota 262 metri (quota che andrà ad alzarsi per la realizzazione del parcheggio di circa 2 metri), e quindi l’ingresso della stazione sarà a quota 264;  l’area di parcheggio dell’ ospedale San Luigi, in fregio all’attuale strada di accesso è a quota 266 metri.

In sintesi, il dislivello complessivo  tra l’ingresso della stazione e l’ingresso all’ospedale è di circa 14 metri.

Quindi, se la matematica non è un’opinione, il dislivello è  dovuto alla morfologia dell’ospedale, collocato su una “collina”; il dislivello  esiste già ed è dovuto alla differenza di quota tra la strada di accesso (ed il  relativo parcheggio principale esistente) e la quota ingresso dell’Ospedale; 12 metri di dislivello in meno di 100 metri , risolti  oggi  attraverso una scala di accesso.

Il dislivello che  esiste oggi tra la Stazione ferroviaria e l’attuale parcheggio per le auto è invece di circa 2 metri, in poco più di 300 metri di distanza, con una pendenza media dello 0,6 %; praticamente in piano.

Quindi, “in salita” non è la stazione ma l’Ospedale; situazione che  risulta oggettivamente non modificabile, a  meno che la soluzione prospettata dai tecnici NOTAV non sia quella di spianare il San Luigi e ricostruirlo eliminando il “montarozzo” su cui è  collocato.

Ma sono molte di più le cose che gli “esperti” non dicono e non vengono riportate nell’articolo.

Neppure una parola viene spesa sul fatto che la distanza tra stazione ed ingresso dell’ospedale sia inferiore od analoga a quelle tra le stazioni di metropolitana più vicine agli ospedali torinesi:

FERMATA INGRESSO  OSPEDALE DISTANZA
Stazione San Luigi entrata Ospedale San Luigi 600 mt
Metro Carducci entrata Ospedale Molinette (Corso Bramante) 350 mt
Metro Spezia entrata Ospedale CTO  (via Zurlini) 750 mt
Metro Spezia entrata Regina Margherita  (via Ventimiglia) 650 mt
Metro Bernini entrata Ospedale Maria Vittoria (via Cibrario) 650 mt

Anche in questi casi occorrerebbe parlare di dislivello: tra la banchina della metro fermata Carducci e l’ingresso all’Ospedale Molinette da C.so Bramante ci sono infatti 20 metri di dislivello, essendo la metropolitana di Torino mediamente 20 metri sotto la quota strada!

Nulla si dice del sistema di navette per gli anziani e le persone con limitazioni fisiche, proposto e condiviso con la direzione dell’ospedale, che risolverà  il problema dell’accessibilità  interna alle diverse funzioni dell’ospedale distanti tra di loro diversi chilometri risolvendo così anche il già esistente problema di dislivello.

Si scordano anche di dire che la stazione serve anche come nodo di interscambio per un’ampia area composta dai comuni di Orbassano, Beinasco, Rivalta, Piossasco, Bruino, Volvera;  una funzione che richiede una netta separazione tra i parcheggi destinati all’ospedale e quelli per i residenti che lasciano la macchina per andare al centro di Torino in 15 minuti,  evitando commistioni e conflitti di funzioni.

Nulla poi viene poi detto sugli impegni assunti per risolvere i problemi di congestione della viabilità  nella zona, in sede di rinnovo della concessione Ativa, prima dell’entrata in funzione della stazione (alla fine del 2021)

L’elenco potrebbe ancora continuare; sono  ancora molte le cose che gli esperti  NOTAV non dicono, travisano o dimostrano di non sapere.

Il loro vero obiettivo, ancora una volta miseramente fallito, è quello di negare, contro ogni evidenza, che SFM5 e Stazione San Luigi siano parte dell’adeguamento dell’ Asse Ferroviario Torino-Lione, ed in subordine irridere e sminuire  il  forte significato che ha  l’avvio dei lavori FM5 e San Luigi per il territorio.

Per questa ragione si guardano bene  di raccontare la verità, ovvero che la nuova linea sfm5 e la stazione San Luigi sono realizzate dallo Stato in anticipazione della Torino Lione e ne costituiscono il primo intervento, voluto proprio per rispondere ai bisogni dei pendolari e dei cittadini che vivono e lavorano su questo asse ferroviario.

5 pensieri riguardo “SFM5 E STAZIONE SAN LUIGI: salite e scivoloni degli “esperti” NoTAV

  • Novembre 18, 2017 in 9:32 am
    Permalink

    Nell’articolo si legge: “Neppure una parola viene spesa sul fatto che la distanza tra stazione ed ingresso dell’ospedale sia inferiore od analoga a quelle tra le stazioni di metropolitana più vicine agli ospedali torinesi”.

    Visto che la linea Sfm5 non è ancora stata costruita e visto che si considera negativamente la distanza delle stazioni della metropolitana con gli ospedali della città di Torino vi chiedo da profano:

    Quale è il motivo per cui la stazione del San Luigi dovrà essere necessariamente costruita a 600 metri dall’Ospedale?

    Attendo vostro gradito riscontro.

    Rispondi
  • Novembre 18, 2017 in 10:14 am
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    Egregio Sig. SURIANI,

    1)nell’articolo non si considera negativamente le distanze che esistono tra stazioni della metropolitana e ospedali a Torino. Ne misuriamo solo la distanza
    2) consideriamo tali distanze, compresa quella prevista per il San luigi più che accettabili (6/8 minuti).
    Per anziani e persone con limiti fisici è prevista la navetta.
    3) per questo continuiamo a ritenere che la localizzazione proposta sia la migliore.
    Per distanza, capacità di parcheggio, funzionalità.
    E soprattutto consente di
    gestire con efficacia la doppia funzione di servizio all’ospedale ed interscambio

    Rispondi
  • Novembre 18, 2017 in 12:21 pm
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    Ringrazio per il riscontro.

    Rispondi
  • Novembre 19, 2017 in 7:04 pm
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    “Peggio” di così non si puo’!!! Con simili personaggi è d’obbligo il: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Avanti senza indugio. Cordialmente

    Rispondi
  • Novembre 20, 2017 in 11:18 am
    Permalink

    E’ necessario andare avanti con il progetto della Stazione San Luigi. E’ un’opera utilissima che servirà a tantissime persone. Sollevare qualche dubbio senza polemica o strumentalizzazioni penso che sia più che lecito. Spero che questo mio ulteriore intervento possa essere considerato costruttivo e non critico/polemico fine a se stesso.

    Nell’articolo veritav si fa riferimento alle varie distanze delle stazioni della metropolitana di Torino con i vari presidi ospedalieri. In fase di progettazione si potevano evitare queste distanze? Si? – No? Si poteva ad esempio pensare di far arrivare la metropolitana anche alla Stazione Fs di Lingotto?

    Visto che i lavori per la stazione San Luigi non sono ancora iniziati è giusto poter valutare tutte le varie alternative e porgere l’attenzione sulle problematiche della viabilità e sulla distanza Stazione / Ospedale.

    La viabilità della zona interessata alla costruzione del San Luigi è allo stato attuale “un incubo”. Orbassano e la Frazione Pasta sono congestionate dal traffico: la variante del Dojrone che arriva sino alla Via del San Luigi (SP174) nelle ore di punta ha delle tempistiche di percorrenza molto elevate. La coda di auto a volte interessa tutta la distanza della strada.

    La stessa SP174 che collega Rivalta al San Luigi, nel momento in cui sarà attivata la Stazione del San Luigi sarà interessata da un’ulteriore incremento del traffico. Chi ad esempio arriverà da Sangano – Bruino – Piossasco, Beinasco, Volvera ecc che strade utilizzeranno per recarsi alla stazione? Probabilmente utilizzeranno le strade già intasate di Rivalta e Orbassano.

    Si parla spesso di servizi di navette/autobus con fermata dedicata nei vari comuni che permetteranno di raggiungere la stazione del San Luigi… Bene, benissimo, ma mi chiedo: chi investirà su questo progetto? Da dove saranno reperiti i fondi?

    Altro problema: come raggiungere il San Luigi.
    Chi scenderà dal treno avrà due opzioni: prendere la navetta (da chi sarà gestita? chi la pagherà? quanti passaggi saranno garantiti? tempi di attesa tra una navetta e l’altra?) e recarsi all’Ospedale, oppure, se i tempi di attesa saranno troppo lunghi decidere di andare a piedi. Nel progetto definitivo che ho reperito nel sito della Regione Piemonte, non è citato un collegamento pedonale tra la Stazione e il San Luigi (spero di essere smentito a riguardo e di avere delle indicazioni più precise su un eventuale percorso pedonale). Dall’articolo si evince che è stato pensato un sistema di navette per gli anziani e le persone con limitazioni fisiche, proposto e condiviso con la direzione dell’ospedale, per chi invece dovrà andare a piedi o non ha limitazioni fisiche per il momento non si sa quale strada dovrà prendere.

    Sempre nell’articolo si fa riferimento agli impegni assunti per risolvere i problemi di congestione della viabilità nella zona, in sede di rinnovo della concessione Ativa, prima dell’entrata in funzione della stazione (alla fine del 2021).

    Penso che quanto scritto sopra si riferisca alla soppressione del casello di Beinasco. Senza dubbio questo comporterebbe una diminuzione del flusso di traffico che interessano la zona di Orbassano / Pasta di Rivalta, in quanto si eviterà il passaggio di auto che per evitare il casello confluiscono giornalmente su percorsi urbani.

    Rimane comunque il problema della SP174 e annessa variante che dovrà essere necessariamente affrontato e risolto (chi proviene da Bruino, Sangano, ad esempio, non utilizzerebbero comunque la tangenziale per recarsi alla Stazione). E dovrà essere affrontato e risolto il sistema di collegamento con la Stazione.

    Allo stato attuale sembra evidente che potrà esserci il rischio che molti utenti non utilizzeranno la sfm5 proprio per i problemi connessi alla viabilità.

    Andrea Suriani

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