Scherzi a parte in Sala Rossa a Torino – Consiglio comunale aperto (ai Notav) sulla Torino-Lione

Il gruppo dei Consiglieri 5 Stelle della Città di Torino, ancora ammaccato dalla sceneggiata dei furbetti del bonifico, che ha interessato noti parlamentari piemontesi, in prima fila nella lotta NOTAV,  propone un  consiglio comunale aperto sulla Torino Lione.

Vorremmo ricordare che un “consiglio aperto”  era già stato promesso due anni fa al Commissario di Governo della Torino Lione dalla Sindaca Chiara Appendino con lo scopo di garantire un rispettoso confronto di merito all’Asse ferroviario Torino Lione. Questo confronto avrebbe dovuto essere preliminare all’assunzione di qualsiasi decisione di uscita dall’Osservatorio da parte della città.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e della “onestà intellettuale” e del “bon ton istituzionale” dichiarati dalla Sindaca si è  oramai persa ogni traccia.

  1. Prima il “dispetto” dello sfratto degli Uffici del Commissario di Governo dalla sede della Città Metropolitana di Corso Inghilterra.
  2. Poi  l’uscita unitaterale della Città di Torino dall’Osservatorio, smentendo tutti gli impegni al dialogo dichiarati dalla Appendino; una decisione assunta senza nessun incontro  con il Commissario e senza neppure un colpo di telefono.
  3. A seguire l’adesione della Giunta Comunale al controsservatorio notav, oramai ridotto ad una curva di disinformati ultrà  che continuano a raccontare le stesse storie di 10 anni fa, impermeabili al fatto che intanto tutto è cambiato.
  4. La… “delega” alla LOTTA NOTAV affidata al Vicesindaco di Torino Montanari che si è distinto, con tanto di fascia d’ordinanza,  nel presenziare a tutte le manifestazioni ed ai raduni. Lui è  stato l’autore della gaffe dell’anno:  la celebrazione delle pacifiche “brioches” utilizzate da Notav & Centri sociali (ormai una faccia ed una razza),  per dare l’assalto alle Forze dell’Ordine al G7 di Venaria.

Con buona pace delle istituzioni la Sala Rossa di Torino si è ridotta ad un bivacco di Askatasuna.

Proprio per questa  situazione  si ritiene surreale la riproposta di un consiglio comunale aperto sulla Torino-Lione che, nonostante gli inutili dispetti del Comune di Torino, è diventata una decisione del Parlamento ed una Legge dello Stato (la legge 1/2017), con finanziamenti europei, italiani e francesi, cantieri aperti ed appalti in corso.

Ancora più esilarante è la notizia che a parlare al Consiglio Comunale aperto sarebbero stati invitati   solo i mentori del pensiero-contro: i  Notav Luca Mercalli, Alberto Poggio e Angelo Tartaglia.

Non risulta siano stati invitati né il Commissario Straordinario di Governo (nominato dal Presidente della Repubblica e che rappresenta lo Stato), né i numerosi esperti e tecnici dell’Osservatorio per l’Asse Ferroviario Torino Lione, né il Direttore Generale di TELT o l’ Amministratore Delegato di RFI.

Dalla lettura dei giornali risulterebbe che – secondo il capogruppo del M5S Chiara Giacosa – , le istituzioni avrebbero dovuto essere invitate dalle opposizioni e questo solo se la loro presenza fosse stata considerata proprio necessaria. Sarebbe stato inoltre rifiutato qualsiasi spazio di intervento ai rappresentanti del mondo economico e del lavoro.

Per queste ragioni risulta sempre più chiaro che l’obiettivo della proposta grillina non è avviare un confronto ed un dibattito, ma utilizzare una sede istituzionale per una manifestazione di propaganda “NOTAV”.

I confronti in sedi istituzionali richiedono regole certe, un arbitro inflessibile,  ed il diritto di potersi esprimere liberamente,  senza condizionamenti e provocazioni.

Il modello di confronto che si vuole utilizzare è invece “quello dello stadio”, che è assolutamente improprio per una sede istituzionale.

Proseguendo con la metafora calcistica:

  • si prepara la partita, chiamandola “consiglio comunale aperto”;
  • si prova a decidere oltre che i propri giocatori, anche i giocatori avversari;
  • si danno tutti i posti allo stadio agli ultrà Notav/centri sociali, oramai professionisti organizzati dell’interruzione, dell’insulto e dell’invettiva al nemico (il tecnico protav) ed all’applauso ed all’incitamento degli amici (i cosiddetti esperti del contro-osservatorio, siano essi metereologi, fisici o energetici);
  • si individua come arbitro il capo della curva degli ultrà, affidandogli il compito di stendere il giocatore avversario qualora riesca, suo malgrado, ad avvicinarsi alla porta.

Il risultato non è un  confronto ed un dibattito civile ma una partita truccata, o uscendo dalle metafore calcistiche, un processo sommario nello stile del tribunale del popolo.

Una pratica che noi non rimpiangiamo, già praticata con successo in Cina ai tempi delle Guardie Rosse e, più recentemente, in Valle di Susa ai tempi dei NOTAV.

 

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