BUGIE, DIFFAMAZIONI E QUERELE.

I consiglieri Frediani e Valetti del M5S festeggiano la decisione del GIP del  tribunale di Torino di archiviare la querela da me presentata oltre 5 mesi fa  nei loro confronti.

Una querela  “personale” che ho scelto di non rendere pubblica proprio perché non rappresenta un atto di scontro politico, ma un atto di civiltà, a  difesa della onorabilità mia e di tutti quelli che lavorano con fatica nelle istituzioni per realizzare le infrastrutture e non solo per opporsi.

Nel merito, non condivido la scelta di “archiviare” la querela che continuo a ritenere più  che fondata, ma sono abituato a pensare che ogni decisione della magistratura vada sempre rispettata. Questa, come  quella di convalidare il fermo di chi spara razzi e lancia bombe carta contro le forze dell’ordine al  cantiere di Chiomonte.

Ricordando che le motivazioni  del GIP non sono una sentenza e che per accertare la verità occorreva come da me richiesto andare in giudizio, mi permetto anche io di fare qualche rispettosa considerazione.

  1. Personalmente continuo a ritenere che dare del bugiardo ed accusare immotivatamente di maneggi chiunque (e questo dovrebbe valere anche per un rappresentante delle istituzioni nell’esercizio delle sue funzioni), attribuendogli nefandezze quali ritardi di finanziamento su cui non ha alcuna competenza (l’Accordo di Programma su sfm5 era regionale ed il Commissario era solo un invitato alle riunioni) ed un aumento del costo di realizzazione di sfm5, in esito ad una progettazione, coordinata in sede di Osservatorio, ma redatta autonomamente da RFI sulla base del progetto preliminare del 2011 della tratta nazionale della Torino Lione e rispondente ai requisiti già individuati nell’Accordo di Programma, non rappresenti un esercizio legittimo del diritto di critica politica ma solo un mucchio di falsità. 
  2. La motivazione del GIP riconosce quanto Frediani-Valetti non hanno mai voluto ammettere, ovvero che solo “grazie ad una serie di iniziative intraprese”, il sottoscritto riusciva a sbloccare la situazione di stallo, dovuta alla mancanza di fondi riuscendo così a  finanziare l’opera come anticipazione della Torino Lione e  rendendola così, seppure in ritardo, realizzabile.
  3. Non mi trovo d’accordo sul principio sostenuto nella motivazione che sintetizzo liberamente così: l’utilizzo di una foto di chiunque, modificata e deformata  a “photoshop”,  con le sembianze di Pinocchio, la rappresentazione universale del bugiardo,  è una rappresentazione satirica di tipo politico, seppur in toni “provocatoriamente aspri e sintomatici di una contestazione” e non è quindi considerabile un’offesa.

Lette le motivazioni, una reazione non istituzionale sarebbe stata quella di utilizzare immediatamente  “photoshop” ed applicare la legge del taglione.

Per una questione oltre che istituzionale anche di stile, ed avendo da tempo superato la fase adolescenziale e goliardica, ho preferito astenermi, ricordando che la pratica delle intemperanze è sempre un errore, così come giustificarle.

Rinnovo il mio impegno e la mia determinazione a contrastare il “metodo” Frediani e Valetti, purtroppo in pericolosa fase di diffusione.

L’utilizzo impunito dell’insulto e del travisamento della verità sono oggi,  ai tempi  dei  social media, un formidabile  brodo di coltura per gli haters e per la diffusione delle fake news.

Sono sempre più convinto che la pratica dell’insulto e dell’offesa ingiustificata a fini di propaganda politica sia una grave malattia per la democrazia in questo  nostro paese;  per questo credo che l’assuefazione alle intemperanze, l’impunità nel raccontare bugie, insultare ed offendere  non possa essere derubricata a “legittimo diritto di critica”.

Per queste ragioni non intendo rinunciare al diritto/dovere di  dimostrare i fatti e continuare a smascherare le bugie. Lamentarsi delle barbarie  e della maleducazione imperante senza combatterla è  solo ipocrisia.

E per chi crede nelle istituzioni, l’unica forma di tutela e di difesa non è “photoshop”, ma le regole della Giustizia;  continuare l’azione legale nelle competenti sedi giudiziarie contro bugie e diffamazioni, rimettendosi alle decisioni che la Magistratura vorrà adottare al riguardo e ponendo piena fiducia nelle stesse.

Paolo Foietta

Un pensiero riguardo “BUGIE, DIFFAMAZIONI E QUERELE.

  • Dicembre 14, 2017 in 3:01 pm
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    Condivido l’analisi, sono altresì dell’avviso che il transigere corrisponda a vilta’. Avanti senza indugio e con la massima determinazione. Ezio.

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