L’ennesimo allarmismo dei Notav a 5 Stelle sullo smarino del cantiere TELT di Chiomonte, smentito dai fatti e dai dati di Arpa Piemonte

L’ossessione avverso la Torino-Lione – e più in generale la tecnofobia –  di alcuni Consiglieri Regionali del M5S – si esprime da tempo nel diffondere paure ed allarmismi intorno a quello che i Notav  definiscono “il Mostro”, ovvero il Sito di Cantiere TELT di Chiomonte, per loro una specie di base aliena  tipo Area51.

Così accade che in Consiglio Regionale del Piemonte venga presentata una interrogazione sullo smarino del cantiere della Maddalena, che – nonostante le risposte dell’Assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia e dell’Arpa – generi l’ennesimo comunicato stampa idoneo solo a diffondere assurde paure fra i residenti, i pochi che ancora vi abboccano, e a fare propaganda .

L’assessorato regionale all’ambiente ha – per l’ennesima volta – dimostrato che il materiale del cantiere di Chiomonte è tenuto sotto continuo controllo e monitoraggio, ma per il M5S si vorrebbe addirittura tracciare i flussi dei camion (pochi) che vanno in discarica con il Gps. Si sa mai che finiscano in qualche spiaggia marziana.

Chissà poi quali effetti potrebbero indurre nella popolazione dei comuni attraversati dal loro passaggio? La peste bubbonica, forse, se a bordo ci fosse qualche topo contaminato…

Ironia a parte  di che si tratta?

Praticamente il materiale smaltito in discarica ha avuto il Codice CER  (quello che classifica i rifiuti) 170504 : “terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503” (codice che invece qualifica terra e rocce, contenenti sostanze pericolose).

L’Assessore Valmaggia ha evidenziato nella sua risposta come “le terre e rocce dello scavo siano state trattate secondo la procedura prevista di gestione condivisa con gli enti di controllo preposti. La materia è di competenza ministeriale ma c’è anche il monitoraggio da parte di Arpa Piemonte. La maggior parte del materiale estratto è risultato idoneo per riempimenti, in quanto i valori analitici sono risultati inferiori ai parametri previsti”. 

L’interrogazione richiedeva la quantità, il tipo di contaminazione riscontrato, il valore caratterizzato, il codice CER dato al materiale, la destinazione finale e il tragitto per raggiungere il sito definitivo.

La replica è stata chiara: “Nei pochi casi in cui il materiale non è risultato idoneo, come un cumulo contraddistinto con la sigla 138, si è riscontrato un superamento dei limiti con riferimento al parametro degli idrocarburi mentre i restanti valori sono risultati a norma” (link: http://www.cr.piemonte.it/web/comunicati-stampa/comunicati-stampa-2018/462-luglio-2018/8169-materiale-del-cantiere-tav-sotto-controllo)

Queste terre di scavo, classificate previe le analisi di rito effettuate su tutto lo smarino, sono poi state infatti classificate con codice CER 170504, e  circa 8.000 tonnellate sono finite in discarica, senza generare epidemie e pestilenze. Così  come peraltro accade per infiniti cantiere edili in Valsusa e in tutto il Piemonte.

Beh, certo si è anche appreso che nei cantieri, grandi o piccoli che siano, i mezzi operativi e i macchinari possono perdere olio e altri idrocarburi. Ma forse questo lo fa anche nel garage di casa qualche vecchia auto, anche quelle dei Notav.  E’ noto che in tutti i cantieri dove operano mezzi meccanici  ci sono piccoli sversamenti di olio e benzina.

Però nel cantiere più monitorato d’Italia le terre interessate da queste innocue perdite sono state addirittura smaltite in discarica. In totale sicurezza e rispettando alla lettera le procedure prescritte dagli organi di controllo.

I reiterati procurati allarmi, sempre smentiti puntualmente dai dati scientifici rilavati costantemente da Arpa Piemonte, servono solo a dimostrare – per l’ennesima volta – come il cantiere della Maddalena sia gestito con la massima attenzione ai temi ambientali. Più che un “mostro”, piuttosto quindi un modello ambientale da seguire.

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